Eco di Mani Prigioniere è la prima fotografia della serie Dettagli Svelati che metto in vendita nel mio shop. Raffigura un particolare di un antico portoncino di una cella del Forte di Gavi, visto dall’interno. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il forte fu utilizzato come prigione per ufficiali, e i segni incisi sulla porta, probabilmente tracciati dai prigionieri, raccontano una storia fatta di attesa e silenzio. Sono tracce di mani che, forse nell’oscurità di quelle mura, cercavano un modo di esprimere il loro essere, di lasciare un segno, anche se minimo, della loro presenza.
Questi segni, graffiati su una superficie vissuta e consunta dal tempo, sembrano simboli misteriosi, quasi fossero messaggi codificati. Ogni incisione è una voce muta, che sussurra storie dimenticate. La texture del legno, usurata e segnata dagli anni, porta con sé il peso di innumerevoli storie personali, creando un contrasto emotivo tra la solidità della materia e la fragilità umana.
La scelta del bianco e nero esalta i dettagli della superficie, facendo emergere non solo la ruvidità del legno ma anche l’intensità dei segni incisi, come se la fotografia riuscisse a captare l’eco di quel tempo passato. In questo scatto, il tempo sembra fermarsi, imprigionato in una trama fatta di linee e simboli che sfidano l’oblio.
La stampa, realizzata su forex, misura 31 x 27 cm, ed è pronta da appendere. È firmata sul retro e accompagnata da un certificato di autenticità, offrendo una testimonianza tangibile di una ricerca artistica che vuole dare nuova vita a dettagli dimenticati, svelando la poesia nascosta nelle tracce del tempo.
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